220 Libro Primo; bassa grecità , e osservano che in Ermenopulo lib. 2 , tit. il, n. 9 , leggesi, che se uno comperò una nave co’ sudi attrecci, hon per questo può egli pretendere scapham quoque riavigii, vel eam qua vulgo appellatur balca sive Cunteias , p. m. 200 : e ne derivano il nome da Contos, breve, e da Helas il navigio . Mi il Porzio nel silo Lessico dice che Kuntò in greco volgare significa spi— gnere j onde Cunteias sarebbe barca qualunque la quale va a remi, per opposizione alla nave, che va a vele . Il Zanetti nel suo Papiro di Ravenna francamente deriva questo nome da Concha o Concimi* 'come il Sansòviiio , ma meglio avrebbe detto da Cymbula o CumbuU , la barchetta . Non sembra questo vocabolo usitato tra soli Veneti ,> mentre nel du Cange si trova Gondelarius in una Carta del 1195 , presso il Fanton nella Storia d? Avignone. Per me io preferirei la derivazione da Cymbula, o secondo 1’ amica pronunzia della? > Cambula : e penso essersi così detta questa sorta dì barche per opposizione alle Tinte . La c suole spesso cangiarsi in g dai nostri > diciamo v. g. Stretto di Calipoli , in vece di Ca Lipoli : facilmente la b si muta in d. Comùnque sia consta y che i nostri Maggiori diedero alle barche spesso nomi tratti da qualche figura o proprietà. I battelli furono così detti quasi pateli per essere patenti e aperti , onde v è una legge del 1279, nel Zanetti ., Orig. d’alcune Arti pag. 30, che così prescrive : Omnes Ugni de ma coperta tenean-tttr portare duas batelatas de petris, cioè sassi da gettare. Le Galandrue , o Cbelandrice furono così dette perchè avevano la figura d’una Cbelys, cioè gajan-