Capo VI: 1«? nato Romano mandasse a ringraziarli vnbis amplii-simis . Di questa resistenza parla Cic. nella Filippica 4 &c. Sotto Claudio Iftip. alcuni Senatori si mostravano ancora malcontenti che i Veneti avessero ottenuta la piena Cittadinanza j a’ quali egli rispondeva appresso Tacito . Tunc floruimus cum Transpadanis in civitatem receptis &c. 182) Dobbiamo qui considerare la fina politica usata dai Veneti sempre colla mira di conservare la loro libertà. Non si vedono giammai in rivolta contro i Romani , a’ quali eziandio procacciano libertà, e porgono fedeli ajuti . Cedono alcun poco alle condizioni dei tempi, ma non perdono giammai di vista la loro libertà. S’ apre l’occasione di vendicarla viemaggiormente mercè del privilegio della Cittadinanza Romana . La penetrazione di quel Senato lo ritiene sotto colorati pretesti del concederla loro ; ma ì Veneti tanto s’adoprano, che entrano essi pure in tutti i gius e dritti del popo- lo Romano. Abbiamo veduto sulla testimonianza di Macrobio, che i Padoani s appiatarono per non ubbidire a Pollione acerbe cogente a somministrargli armi e danaro. Erano i Padoani alla dura necessità, o di ubbidire all’ audace impero di Pollione , e in tal guisa pregiudicare cedendo alla loro libertà ; ovvero di cozzarla con quel Generale . Presero il partito di nascondersi , e così, come suoi dirsi , presero due colombe a una fava. 183) Non abusarono tuttavia i Veneti della loro Cittadinanza, che custodivano come arme di. riserva : ma s’accomodarono alla condizione dei tempi finche stava in piedi l’Impero Romano . Nelle guerre per tanto in progresso accadute niuno scrive