Capo V, Hi §. V. Tirreno dell' Isolette. \6j. b) Scrivonq alcuni , tra’quali il Sandi ? che quest} nostri dorsi siansi formati dalle continue deposizioni dell’ acque : e potrebbe taluno stabilire questa sentenza dai barri, o barrette, per le quali s’intendono quei tratti limacciosi e di melma , che nei soli sopracomuni restano dall’ acque scoperti , e Veline ancora dai nostri Padri appellate si trovano. Ma quantunque non si possa negare , che come alcune Isolette restarono sommerse dal mare, così altre dalle continue deposizioni dell’ acque siano state amplificate e accresciute» nulladimenq bisogna confessare , che il fondo loro primigenio sia per natura molto sodo e tenace. I tremuoti più fiate accaduti , e spezialmente nel sec. XII, quando uscirono sulfuree fiamme , le quali tra gli altri luoghi incendiarono la Chiesa de’Ss. Ermagora e Fortunato , come insegnano i, Cronisti , e il Corner I, 293 , fanno buon testimonio , che il fondo delle Isole nostre non è di puro fango e loto, ma sibbene di soda terra quanto ogni altro più sodo continente. Altri orribili terremoti ancora sono menzionati. Nel Capitolar Rosso della Giustizia Vecchia pag. 123.1. Ms. Sv. n. 1020, così è registrato . 1511 , 16 Maggio ali ore 20 incirca sonade de poco, el fo in questa Città un grandissimo terremoto, il quale fece crollar tutte le case de V?netia , & in questo Ojfizio della Giustizia Vocchia erano da circa 200 persone, che mai credo per un