Libro Primo, §. II. Leila Barba. 413) Secondo gli insegnamenti di Varrone, i Barbieri, o vogliami dire Tonsorcs, passarono dalla Sicilia in Italia J’anno di Roma 454, avendoli fatti venire Pubblio Ticinio Mena , il perchè ha potuto dire Ovidio nel 6 dei Fasti : Tunc erat intonsi Regia magna T^um# . Questi v’ introdussero quella decente Rasura di Capelli e barba , che fu poi detta Tonsura Romana ; e che la Chiesa con solenne ceremonia faceva a quelli , 5 quali destinava al suo servizio , per ciò detti Tonsurati , dacché principiarono i Barbari a c^lar nell’Italia, e introdurvi un’orribile capigliatura . Questa pratica essendo maggiormente cresciuta per l’invasione dei Longobardi , si volle togliere dal Clero, il quale principiava ad imitarla, col famoso Canone Si quis de Cltricis laxaverit comam , «natbema sit . Questa nazione portava lunghissima barba, e per avviso di Costantino Porfirogenito , da molti altri seguitato, da quella furono appunto chiamati Longobardi . Osserva il Muratori Diss. 33, che appresso costoro era solo proprio dei servi e schiavi andare rasi senza barba e Capelli. Che se volevano esautorare alcuno , gli radevano i Capelli e la barba : onde abbiamo in Paolo Diac. lib. 6, c. 6, di Ariberto ; Comprensumque Rotarit pseudoregem, ejus caput barbamque radens, Tauri' nis in exsilium retrusit. 414) I nostri Maggiori , non so se per la vi* cinan-