57» Libro Primo: usavasi purè in-Venezia, è ciò a cagione del commercio e tributi o gabelle, che dovevansi pagare ai Principi con moneta dello stato, o almeno permessa. Questi sono i ricorsi dei nostri Padri agli Imperatori, e queste sono le facoltà per privilegio ottenute; cioè di batter monete d’oro e d’ argento, che avessero corso nell’ Impero, e colle quali si potessero pagare i dazj, tributi e gabelle dai loro sudditi, non perchè abbisognassero di licenza per batter semplicemente monete Quelli per tanto, che negano i privilegi degli Imperatori errano, non altrimenti, che quelli i quali da quei privilegi inferiscono dipendenza e sudditanza. Perseverò l’uso appresso noi di stampar monete estere fino al 135?, quando per Decreto 27 Febbraro si ordinò, che Monetic forinsecic non fiant, Capitol. antic. degli Avog. cap. 148, pag. Si : e poi ancora fu ordinato, che se ne frangessero i tipi o forme. 46 3 ) Noi fortunatamente abbiamo il Zecchino dal quali ci è agevole prender ragguaglio delle altre monete nominate nelle antiche Carte, e però comiucieremo da questo. § I. Del Zecchino ? 464) Nel lib. Luna, pag.49, si ha: Tempore Sereniss:' Ducis D.Jobannis Dunduli 1283, (in altri trovo 1284) ultima ottobris, capta fuit pars, quod debeat laborari moneta auri Communi!, vìdelicit 67 prò Marca auri, tam bona & fina per aurum