.15® L I § R Ò P JR, I M Ò. hn torno ne fossero tante , & sono caduti per Venezia molti camini, & case , & rovinò muri , e campanili, & massimamente quello di Marco, il qual ie verzè de sora alle colonnelle, che non se potè per parecchi zorni sonar lt campane per dubbio che cadesse : e dalla fazzada della Chiesid de S. Marco cadete cinque pezzi di mar moro , e una colonnella de un Capitello, ita. che fo una grandissima paura a tutta questa. Città , & molti vecchi dicono mai esser stato sì gran terremoto in quest« parti, essendo Signori al presente Offizio nostro alla Banca M-T Giacomo Michiel , M.x Marco Cicogna , e M.' Stefano Loredan, e M.r Francesco da Molin TSlodaro , veramente S.1 Sebastian Bonamigo , e S.' Lodovico Bianchi, e S.r Cristofolo Zaccaria Coadiutbr del detto Offizio . E el dì 29 detto , che fo de Sabbaio * crescete V acqua sì grande , che la venne fino alla porta del Cason nostro. ,A tempo nostro non è stata sì grande . lo Cristoforo Zaccaria toadiuior al detto Offiz. Degno è ancora di commemorazione l’altro tremilo- io del 1347, 25 Genaro accaduto il dì della Conversione di S. Paolo, di cui il Scivos così scrive : Scosse tutta la terra , sonarono da se le campane, cadero i campanili di s. Silvejlro, S. Giacomo dall’ Orio, S. Fi-tal , S. sAnzdo, tutta la facciata di S. Basilio , e altri edifizj : reflò scoperto il fondo del Canal grande. Durò più e meno dieci giorni continui. Altri dicono quindici. V. n. 203. Al n. 38 abbiamo altresì di sopra veduto quale sia l’indole del terreno scoperto da Maestro Arcangelo Eremitano, e al n. 33, quale