cxxvlii pivano nel Campo o nel Tempio, chi obbiettò mai contro tanta moltitudine l’angustia de! luogo? Per parte dunque delle ristrettezze del Recipiente , ella debbe tran iuil-Jarsi, benché la plebe fosse di una moltitudine infinita. I Concorrenti erano dessi che costituivano PArrengo: se ia Chiesa d’Eraclea, Malamocco &c, li potevi contenere, non havvi altro da cercare; e se no , rispondo come quel piovano di Villa interrogare dal suo uditorio come tanti milioni potessero capire nella valle diGosafat' Chi, disse, non potrà star dentro, per miracolo starà fuori, ma tuttavia il giudizio universale si farà nella valle di Giosafat. 198) Ora esaminiamo i fondamenti coi quali ella conferma il suo assunto sciogliendo le obbiezioni. Prima dice, che nelle Carte antiche, Leggi e Documenti Popolo significa Nobili. Ma questo è appunto cò intorno a cui versa la lite. Noi produciamo quelle stesse Carte per ista-bilire li nostra sentenza, e siamo patrocinati dal senso e uso latino delle parole, dalla tradizione perpetua, costante, uniforme dei nostri Maggiori, dai buoni raziocini, e dal sentimento comune: e!!a le porta per provare una sentenza singolare e contraria a tutti e al valore medesimo delle parole. Dunque non può ella asserire che nelle Carte il Topolo s'intenda i Nobili , senza petizion di principio, o senza suppor quello che è in questi ne. Se s’introdusse il Costume di chiamar popolo il Comune degli abitanti, perchè poi i nostri Maggiori tanto rispettosi all’ordine Ecclesiastico non ebbero almeno la civiltà se erano Nobili di nominare sempre gli Ecclesiastici in Concione col nome di Clero? Nel U43 nel decreto del Doge e del Vescovo per le Marie si danno certi or- • dini Clero isr populo Venetiarum collaudante. Ili, n.2o5-Qui comparisce il Clero per la particolar ragione delVe-scovo. Ma se la concione constava di Nobili, e popolo vale gli Ottimati fuori di Consiglio, converrà dire che questi col Clero in quell’occasione siansi ragionati P'u del M. C. Guai a me/ se avessi tenuta questa sentenza della Concione Nobile Popolare! Quale lunga e dotta censura non si leggerebbe nel suo Errata corrige? In tanto quel Optimorum Sig. Abb. vale ciò che altrove si o1* ce boni bomines : e quel cunlìis primatibus comprende tutti gli Ottimati d’ogni classe e ordine, fossero o non fos* sero inOffizio, in opposizione ai quali si dice seu &P*' ”>ulo Venetiarum, nè puossi senza violenza, e contro » sen-