ÌXXl i *e Padovane prima dei tempi di E'izeiìn da Remano: ie quali parole dispensano me e tutto il mondo dal perder tempo a udir il Vergerio ripetere la stessa cosa due volte dalla penna del Sig. Tentori. ERRATA. CORRIGE. XVII. Il Sig. Gallicciolli Ecco la seconda parte ■cap. vii, pag. 177, n. 194, detta favola de' Consoli ‘Pììm così scrive: Quindi leggia- dovani inventata dallo Scar-mo, che il Re Janus, oda- deoni , o messa in luce di misto , 0 Giovanni aveva il lui. Io torno a ripetere ai •doniinio di Padova al tempo Sig. Gallicciolli le parole di Mila, e ch'egli mandò del dotto Vergerio, Tornii ■la moglie e famiglia co' suoi biRex, nullibi reperitwr Contesovi per salvezza in Rial• sul ÌS"C. E chi mai ha scritto . to , che l’Imperio Occiden' tale in Italia a’tempi d’Ar tiJa avesse tanti Re* come dice il Gallicciolli, che no-mina Re in Padova, in Concordia, _e_d in Aquikja, t non teme egli , scripta sua hujusmodi inventis fidare? 112) Chi soffia altrui la rena negli occhi, guardi di non far male a se stesso . Sig. Abb. non basta poter a* serire Scrissi contro il Gallicciolli, bisogna considerar? con qual peso di verità. Io qui non rappresento perai cuna maniera il secondo Atto della Comedia Consolali nè ho sognato unquemai, che ai tempi Atilani l’imper« d’Occidentè avesse dei Re in Padova, Concordia, Aqui; leja &c. Posi in fronte del Cap. VII. Regno dei Venti1 marittimi, perchè così trovasi nominata la loro sovra-e indipendente autorità. Ma acciocché fosse da me tolti i’abuso di quella parola, per cui era divenuta odiosa^ le false maliziose interpretazioni d’alcuni, le quali era»1 mi abbastanza conte, e per dichiarar quel vocabolo co1 giustezza, ho scritto: I. al n. 189. Che la libertà cioè 1’ indipendenza da P0' desta superiore sempre cercata dai Veneti, ma per l*8’ giurie de’tempi alcun poco ecclissata , principiò finalmi®' te di nuovo a riaversi e campeggiare. II. al n. 190. Che i Rifuggiti furono da necessita i11' dotti alla conservazione di se stessi, e della libertà dio, che godevano per natura, e per titolo della Citw dinanza Romana. III. al n. 191, Che prima per indice della ¡oro 111 di'