'{via perchè J’odierno Malamocco è il Nuoti o , così egli in» ferisce ; Dunque /' antico era Ai qua di Teviggia, cioè molto più, vicino a Rialto. Consecutivamente dopo aver notato, che circa il n io restò inabissato, mostra che il Porto di Malamocco in addietro era pili vicino ali'antica Città di tal nome e a Rialto coti un Documento del izSi nei Pioveghi: Est verum quod 'alias... ipseportus fuit ma-%is prope Matemaucum, quam modo est. Non so se il Te-mariza dovesse qui scrivere più vicino alla nuova invece di all antica Città di tal nome, non bene vedendosi coine si potesse attestare nel 1281 il sito d’una città sommersa nel ino, o piuttosto 1105. Comunque sia, questo prova l'antico Malamocco si veramente in altro sito, ma non ci stabilisce ove fosse . Che fosse poi in mare, altri espressamente l'attestano, e tra questi un Anonimo MS. Sv. che arriva al 1410, il quale dice: Malamocco non è quello, che ozi si vede appresso Tovegia, ma un altro X niglia in mare con porto capacissimo. Vede Sig. Abb. da chi io abbia prese a uso le parole ? Così altri ancora scrivono, nei quali forse sarà errore comune l’avere letto X in vece dill, in chi primo noti) tal cosa: avvegnaché Bernardo Giustiniano attesta di Malamocco ; E non era il Castello dove è ora , ma più allungato in mare due miglia , come ancora si vede dalle ruine consumate dal mare. Sicché non possiamo seco lei francamente asserire, -he Malamocco non fosse alcune miglia in mare, nè Io iscriversi da me, Secondo i nostri Scrittori era dieci miglia in mare , debbe imputarmisi ad abbaglio , nè debbe dirsi essere questo in me uno degli miei errori classici e palmari, mentre porto semplicemente l’altrui asserzione per notizia de’Leggitori senza nè adottarla nè riprovarla ; osservazione necessarissima per tutte le mie Memorie, ma che ella sempre trasandò, come si vede , per affaticarsi in vano nelle sue censure. 39) Ascoltiamo ora in qual maniera ella dica , che sia perito Malamocco. Secondo il Caroldo e de Monacis ella scrive nella Censura, nabissò a cagione dello sconvolgimento dell acque marine agitate da lungo e impetuoso terremoto. Io non ho più il Caroldo, e niente di simile notai da esso nei miei Cibaldoni: ma se il Caroldo parla come il de Monacis , io scometto che ella o non lesse in fonte, o non ha inteso nè l’uno nè l’altro. Quella sua espressione loro attribuita ne fa intendere una sommersione improvisa e subitanea, eppuré tutti i nostri Scritto-