Trtrviii Consiglio, ma che entrandovi, eo ipso acquistavano la nobiltà, e in tal guisa è vero, che il M. C. fu sempre composto di Nobili. Sarei stato ben una talpa, se avendo letto infinite volte, che questo e quello fu fatto del M. C. avessi poi pensato, che indifferentemente la ple-' be vi entrasse, e che quel tale se ne restasse nell’Ordine plebeo, vedendo che in tucte le liste di Famiglie la marca caratteristica di Ottimato e Nobiltà è l’essere del Consiglio. Ma se ella mi avesse fatti la giustizia di portare il mio sentimento intiero, non eravi più luogo a una Censura, che sembra non per altro fatta, Che per soffiar la rena negli occhi altrui, e per rimandar i Lettori ai luoghi citati della sua Opera. Ella Sig. Abb. ed io diciamo lo stesso , e un medesimo è il nostro opinare, sicché conveniva risparmiar questa Censura , che l’avrebbe resa immune dj far un dilemma tutto fuori di proposito contro di me. Queste sue preterizioni Sig. Abb. sono troppo frequenti, che pur d'ordinario appoggiano le sue Censure . 15O Mi giacché ella ne invia al suo tomo III, 272, e da di là al t. V, 14.3, prendiamo pur su il nostro baule, e andiamo con Dio a correr queste due poste, e a vedere se di una sodissima verità siano poi ancora sodissime le ragioni da lei recate in mezzo, almeno per la maggior parte, e a riconoscere di chi siano più inesatti le asserzioni, e più olezzino di favola. 152) Premetto in prima ciò che leggo nel suo t. I) 140. Se il Sig. Laugier si fosse contentato d'asserire , chi ■sin al supposto Serrar del M. C. i Nobili Veneziani, bieche dalla Plebe distinti, non formavano un corpo nobile esclusivo, cui annesso e inseparabile fosse il gius privati; vo d'ingresso nel M.C. forse motivo noi non avressimo di contradirlo ; essendo a certuni manifesto, che sin a quell epoca libero ed aperto era l'ingresso a chiunque de'Cittì' dini, che in se univa le personali qualità dalla legge pii' scrìtte. Queste cose ella ha dette benché avesse conti?'! za di^quelle leggi e documenti, sui quali appoggiato rteV ga poi alla plebe l’ingresso nel M.C. e però soggiugn6 wAbbiamo detto FORSE &c. Consta quindi, che ella desimo e qui e altrove, come noterò, non si tiene i° tutto sicuro, di quei suoi autentici e irrefragabili D<^' ménti, e sodissime ragioni, che mostra contro me ezi*D' dio, non che contro tanti nostri valenti Scrittori vaU' tare per oro di Zecchino. Ma veniamo a noi, lasci»11'