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 iì Ts[(ibi/ì, dunque ì soli ’Nobili formavano il Consiglio > quan. do non si provi , che assolutamente non vi era plebe, è fallata in logica, nè contiene una proposizione conversi* va, come ella imagina t. Ili, 180.
   162)	Sembrami ancora che zoppichi quella sua definizione alla pagina citata, dove vuole intendersi per 2Mobile , chi per dignità de' Maggiori, 0 per dovìzie antichi colla virtù congiunte, erano stimati e riveriti nelle loro <htà mediterranee. Non so se sia migliore la definizione di quelli i quali dicono 'Nobili èssere coloro, le famiglie dei quali ebbero ragguardevoli Magistrati nella loro patria. Comunque sia, nella sua definizione( oltre che restai da ricercarsi quale debba essere la dignità de'Maggiori, I e quale la virtù congiunta alle dovizie, e quante queste! divizie, e quale la stima e la riverenza; sembra che si escludano i Nobili Isolani, che pur qui erano molti, nè mai furono in città mediterranee. Ma questo punto si meni per buono, massimamente essendo agevol cosa il cancellare quell’ultima parola della definizione , e dar retto senso alle altre.
    163)	Un’altra inchiesta io faccio cqerente a’suoi principi- Se è vero, che le isole erano piene di Nobili, e se è vero che la Conclone era Nobile perchè composta ci Nobili come ella pretende; dimando come il luogo della Conclone (fosse egli un’isola, la piazza, una Chiesa, 0 una Camera in Palatio) potesse poi capire tanto stuolo di Nobili, che riempivano le Isole? Eppure quest’è un suo argomento che ella reputa assai efficace t. Ili, 110, once provare contro tutti, che la Conclone 0 Laudo constava di soli Nobili.
   164)	All a medesima pag. 280 ella seguita a produr la sue prove tratte dal breve numero degli individui componenti gli annui Consìgli, il quale non oltrepassando h 400 in 500, dovevano essere 1 più ragguardevoli, e il fi0' re stesso della Nobiltà. Ma pure oltreché ella medesimo r. II j pag. 304, 3°5, è tuttp inteso a stabilire egual nobiltà in tutti gli Ottimati nòstri : non deve riputarsi utiit
 famiglia maggiore dell'altra, e più sotto: rimanendo pi-ro tutti eguali, e partecipi di una istessa Veneta Nobiltà i questo è appunto ciò di cui si lagnano gli Scrittori n°' Stri, che in quel poco numero volevano cacciarsi PerS,°," ne immeritevoli, e che ciascadun metteva li sol, qui'" che el podeva metter. Da questi appunto nati essendo quasi ogni anno varj e gravi disordini, scrivono che »