1 xviii tro naturale . Così potrei rispondere in prima. , . 108 Ma /a mia difficoità, per cui credo la cosa non guari conforme alla buona Fisica nelT ipotesi che Je nostre isole siano di puro fango, non consiste nei meati o ducei pei quali la dolce debbe venire. Ella consiste in questo, che la dolce non potendo passare per la salsa onde insinuarsi nelle viscere dei dorsi, debbe venire dalia base che sottostà ai dorsi medesimi , onde poi penetrandone , fondendone e valicandone la massa o corpo , venga a sgorgare alla superfizie, o altro termine sotto di quella . Ma una montagna di melma e loto cretaceo sopraposta all’imo della Laguna, dove arrivata la dolce per gli occulti sotterranei meati da siti più alti, principia a sboccare per livellarsi; che ella non sia poi d’impedimento con quella sua vasta, e pesantissima e tenacissima mole di fango argilloso a quello sgorgo, sicché Ja dolce possa insinuarvisi come in una spugna, e non piuttosto ad aprirsi il varco ai lembi e margini ime di quella mole , e sgorghi e sprizzi anzichenò la dolce nella salsa da là ove non trova sopraposta alcuna mole simile ; ma debba farsi strada fendendo e penetrando quell’ enorme massa di fango arrigiloso , finché arrivi alla superfizie, o altra determinata altezza del corpo dell’iso-ìa ; a me sembra improbabile questa sentenza: massima-mente considerando, che Ja melma o limaccio cretoso sogliono otturare gii orifizi di quei meati, per i quali la dolce dovrebbe principiar a penetrare dalla base nella massa del corpo fangoso. In fatti sappiamo essere accaduto nello scavare i fanghi di alcuni fiumi perchè avessero alveo più profondo, che rimo so alquanto il loto sgorgarono copiosissime acque con evidente pericolo dei lavoratori, le quali erano fermate dai fanghi che ne otturavano quegli orifizi quantunque amplissimi. Vediamo altresì che nelle cisterne i recipienti dell’acqua si fanno colla creta , la quale fra noi impedisce alla dolce il diffondersi, e alla salsa il penetrar nella dolce. 109) E qui al solito bisogna riflettere a quel mio sembrami, per cui mostro non vendere per certa Ja mia sen-tenza ; la quale sarà pur troppo fiancheggiata da ragioni inconcIudenfi, che su ciò io non mi ostino, non però PeC Je prove recate in mezzo dal Sig. Abb. 110) Aggiungerò qui sul fine un piccolo riflesso, c^e credo poter mostrare esso ancora queste {solette non >11 cut-