itii necessaria distinzione delle cose , nè scorgo come sia giù* sto e filato il suo raziocinio. Ella dice che su Barrem, dorsi e tombe furono edificate da'Veneti /e Città dell’estuario, sì basse che l’ordinario flusso ba«tAv:t acoprirle. Ma e altri ed io abbiamo mostrato, che questi sressi dorsi componenti Venezia erano abitati già prima del V sèco- lo. Nè può imaginarsi, che i popoli siansi salvati e stanziati sopra luoghi , i quali ogni sei ore venivano coperti dall’acque. Anzi ¡Cronisti generalmente s’accordano coi de Monacis , i! quale p. io insegna, che p?i tumulti e invasioni dei Barbari gli Euganei edificarono Albioia , Pe-Jestrina e Chioggia in Litoribus Methamauci : che gli Aquile jesi edificarono Grado in litore: che gli Altinati concorsero ad insulàs , in quibus anieaprapàraverant domicilia, e che poi nomarono Torcello, Majurbio, Burano , Amoriàno, Costanziano e Amìano , che i Padoani altri si l,salvarono a Rialto, altri a Matematico, e che poi cresciuta la moltitudine passarono a l’ago Olivolo oggi Castello, ove ritrovarono vestigio antiqua civitatis. Tutto questo avvenne generalmente prima che Attila venisse nella Venezia circa il 452. Dimando dunque, se ove concorsero e si stanziarono in quei tumulti ¡rifuggiti, i lunghi potessero essere barene e dorsi così bassi, che dii Comune restassero coperti. Prima d’Attila , Aitino, Concordia, Aquileja non erano distrutte, e Opitergio lo fu per ordine di Rotari circa la metà del Sic. VII. Come dunque i ilfuggiri quando presero a edificar quelle città puotero trasportar indi le rovine e rottami necessari per cultore terram paludes ? Che se ella voglia intendere l’isolette componenti il corpo di Venezia, allora è,una goffagine dire si fondarono da Veneti le Città dì II Estuario , e oltre a ciò la parte maggiore eziandio di questi dorsi qra già scoperta, nè inai inondata dal flusso ordinario. Ma lasciamo queste sue maniere di esprimersi, che non peccano se non di anacronismo. 57) lo propriamente non mi prefigo di mostrare quel che è noto lippis tonsoribus, vuoisi dire che questi nostri Dorsi fossero un tempo generalmente più bassi, e ancora negli ordinari Comuni alcuni o in tutto o in parte fossero aqua superlabente: anzi per questo lasciai di narrare quanto ella ne insegna, e che già erami conto dalle sparse dottrine del Temanza. Ma intendo far capire gineralmente tale bassezza di questi dorsi, chi certo recar debbi maraviglia a’miei Leggitori. Quest’ è che io neg> c z noto