xlì ?.£re ùn nuovo registro, e qui ancora Fà risuonare i tre-Riuoti, come fece per render conto dell’inabissamento di Benaco e Siparia. Io veramente procurai di notare i tre-muoti principali da me rinvenuti , alcuni pochi de’quali furono veramente terribili in Venezia, e nel tomo II* p, 232, ne porto una ventena incirca. Ma non mi riuscì giammai di trovare notato, che nella nostra città pei terremoti case e chiese si sprofondassero nè in tutto nè in parte, non eziandio quando narrano, che restasse asciutto il canal maggiore, e uscissero fiamme di fuoco, eppur bene spesso, o per meglio dire, sempre notasi, che caddero , o furono danneggiati edifizj. Nè qui l'illazione cavata dai silenzio è inconcludente, essendovi speziale motivo d’inferirla. Conciossiachè iterremoti appunto sogliono notarsi pei tristi effetti che producono : e se di tanti che riferirono i terremoti antichi in Venezia^niuno scrive, che siasi aperta la terra e sprofondati edifizj intieri, è prova arciconcladèntissima Xphe queste aperture e questo sprofondamento non nacquero mai in forza dei terremoti fra noi. Di tante fabbriche, pozzi, pavimenti scoperti sotterra, se si fossero sprofondati per terremoto, è impossibile, che niuno ne avesse fatto parola, nien-re si conservasse per tradizione in memoria e in bocca degli uomini, sebbene i casi dovevano essere stati molto e spesso ripetuti. E quando bene Sig. Abb. ella avesse 'a fortuna di raccappezzarne qualche esempio nei nostri crittori quali si vogliano, si guardi però da quella conclusione a lei così familiare, per cui inferisce a particu-lari ad universale. 65) Quella sua proposizione ancora, che sia stata Venezia in antico sottoposta a tenibilissime scosse di terremoti, toltine due o al più tre casi} è falsa e contraria al sentimento e attestazione dei nostri Scrittori. Udiamo il de Monads p. jn, ove parla del più trrribile terremoto accaduto nel giorno [di S. Paolo l’anno 1347. Docuit experier.tia, quod terremotus minks nocent in Urbe Veneta, quam in aliis urbibus ; crediturque ab aliquibus bone esse causam sive rationem, quod terremotus causantur a vapo-ribus siccis & densis, qui dissoluti in ventre terrò (non) per rnotum impetuosum exire non possunt : ¿S» propterea magis sòviunt in insulis propter concavitatem cavernarum, in quibus dilli vapores spissius & jortius congreganti^ condensantur. Incivitate autemVenetiarum ideo tantum vìm non babire', quia caret hujusmodi c aver ni s, concavitatibus iy re-