97 cassero la legge stanziata a danno di Sergio; 1 e poiché anche per questa via non ottenne di veder riconosciuto Sergio, richiamato a se il diritto del-l’elezione del vescovo, dichiarò il Consiglio nobile di Cattaro ribelle alla Chiesa e lo fulminò del-1’ anatema. 2 Traslatato quindi (1331 Apr. 15) Sergio alla sede Polense, forse per togliere con lui il pretesto dell’ ostinatezza contro ai canoni della Chiesa, elesse vescovo di Cattaro certo Raimondo da Cla-reto. 3 Scossi dal rigore di queste misure i Cattarmi, bandito dalle loro mura l’apostata e rivocata la legge che riguardava l’elezione del vescovo, inviarono sollecitamente ambasciatori al Papa per impetrare l’assoluzione, che, premesse le cerimonie d’uso, ottennero di fatto il dì 31 Maggio 1331, grazie le sollecitudini di Giacomo Cardinale Arcidiacono in S. Teodoro. 4 Il successore di Giovanni XXII continuò a tutelare la causa della famiglia Bobali, ma ottenne unicamente la libertà de prigioni, i quali abbandonata la terra natale corsero tosto a cercare altrove pace e migliore fortuna.5 Budua allora scossa dall’esempio di tante inquietudini, vedendosi nel pericolo di soccombere sotto il peso di simili insidie, convocati presto i suoi Consigli, trovò alla sua volta opportuno di prevenire in tempo altrettanti orrori nel proprio seno. Stabilì quindi 6 che „per nissun tempo, nissun „nostro cittadino ò sarà dentro la città, ò fora non „se possa intrometter a procurar de esser vescovo „per eletion del Capitolo de la nostra città, nò 1 Ljubié. Ogledalo I. c. I. p. 173-4. 2 Theiner p. 183. 3 Theiner p. 185. 15 Marzo 1331. 4 Theiner p. 185. 31-5 1331. 5 Ljubié ibid. lettera pont. 30. Agosto 1336. 6 Leggi di Budua ms. c. art. 254.