6 dizioni ed alle scorrerie corsaresche del popolo prediletto di Teuta. Che anzi in queste si distinguessero a tutta possa, ce lo comprova il fatto che la regina tra essi soltanto amò chiudere i giorni della fortunosa sua vita. Dopo la morte di Teuta, i Rizuniti rimasero annessi al regno di Pinnez, e forse partecipi delle sorti degli Ardiei, fino a Genzio, a cui tempi ritornano abbastanza importanti. Perocché, o sedotti dai Romani o stanchi delle sventure toccate al regno Illirico, li vediamo, d’accordo cogli Issei e coi Taulanzi, prima ancora della sconfitta di Genzio, mettersi sotto la protezione di Roma. 1 Questo fatto, del quale nessuno ci ha tramandate le ragioni, rese i Rizuniti grandemente accetti al vincitore, dal quale ebbero in ricompensa franchigie e privilegi. Genzio colla famiglia e con molti ottimati illirici fu mandato prigioniero a Roma, ed il suo regno fiaccato mediante nn nuovo ordine amministrativo. Tutto il paese fu diviso in tre distretti rigorosamente distinti l’uno dall’ altro, e ciascuno presieduto da impiegati e da milizie romane. Così i Rizuniti, gli Agrunoviti e gli Olcinati coi rispettivi contadi formarono allora la terza prefettura, e Risano ed Olcinium, città importanti, furono affidate al governo di Caio Licinio. Trasferitosi poi il Pretore Lucio Anicio a Scu-tari, ove erano arrivati da Roma cinque ambascia-tori mandati dal Senato, e chiamati colà in assemblea generale anche gli ottimati ed i presidi di tutti i paesi illirici, dichiarò in forza dell’autorità del Senato e del popolo Romano, non solo li- 1 Dufrèsne — Dii Cange C. „lllyrictim velus ac novum“ Posonii. Haered. Roger. 1746. p. 12. cf. Polyb. 1. c. — App. — Liv. 45. 24.26. Floro 2. 13. — Eutropio 6. 6. 8. — cfr. Zippel. Die Ròmische Herschaft in Illyrien bis aiif Augustus - Leipzig Teubner 1877. p. 96-97.