74 utile in questo suo pio proposito, e quanto era da fidarsi di lui, gli confidò un giorno amichevolmente suo più grande desiderio essere l’acquisto del prezioso Teschio del patrono di Cattaro, stato a questa furato insieme a molti altri oggetti sacri nel sacco onde fu desolata nel 997. Gioì il pio vecchio a tale confidenza soggiungendo che di questo tesoro egli appunto era da gran tempo il depositario, e che la notte prima di aver conosciuto il Bonascio, il Santo apparsogli in sogno l’aveva ammonito a non celare il teschio a quel Dalmata che glielo avrebbe richiesto. Convenutone il prezzo, Matteo lietissimo per l’acquisto fatto, sollecitò il ritorno alla patria, 1 e profittando d una nave che allora allora salpava per Tessalonica, continuò il suo viaggio per terra fino a Durazzo. E quivi indotto più dal-l’imperversare del tempo che dalle fatiche di così lungo viaggio s’arrestò, per discendere ben presto a Dolcigno. Ma poiché da questo porto non gli fu possibile di proseguire per mare, depositata la sacra reliquia in un monastero riprese tosto la via dei monti. Giunto a Cattaro ove era pervenuta prima la fama del pietoso acquisto, raccoltosi senza indugio il Consiglio Maggiore gli preparò festevole ricevimento. Quando poi ebbe esposto il modo per il quale era giunto al possesso di quel prezioso oggetto, ed il prezzo versato, ed i disagi patiti nel viaggio, „summa cum exultatioue, soggiunge il „cronista, exceptus, officiosisque osculis, laudibusque „prosecutus certam spem futurae liberalitatis ac-cepit.“. 2 — Ritornato a Dolcigno con due patrizi nel pomeriggio del dì 19 Decembre 1227 approdò alle rive di Cattaro, avendo noleggiata da Dolcigno 1 Farlati p. 437 — Grubogna & Bucchia Off. b. c. lez. Vili. IX. — Razzi Storia di Raugia p. 35. — Corner fi. 1. c. 2 Bucchia & Grubogna 1. c.