138 nostros alio9 bene et amìcabiliter pertractari11 e concede a loro franchigie ed immunità ne’ suoi stati, il diritto di scorta per mare e per terra ecc. Ma le grazie e le promesse di Ladislao non giovarono alla causa de’ suoi protetti; chiamato dalle cose d’Italia, abbandonò la Dalmazia per non farvi più ritorno. Questa circostanza e la notizia della vittoria riportata da Sigismondo sulle armi del lontano competitore diede nuovo vigore ai Ragusei i quali ripigliati i maneggi a favore di Sigismondo, presero tosto di mira il comune di Cattaro. 1 Invitatolo quindi e consigliatolo „come parenti et amixi (11 dee. 1403) a levar le insignie dal ditto signor et tornar alla sua debita fedeltàdovettero accorrere a punirne armata mano la renitenza. Ma la spedizione di Rausinio che con alquante galere doveva porre l’assedio a Cattaro, fu sventata da quel di Bosna, che fermo sempre nella politica de’ suoi predecesspri contro i successori di Lodovico, erasi intanto avanzato con grosso esercito fino ai confini del territorio raguseo. Finche Ostoia fu al potere Ragusa non ebbe pace, sicché Cattaro fruendo della tregua per tal guisa conseguita, mandò Giorgio, abate di S. Giorgio (7 Aprile 1405), ad invocare novellamente 3 il dominio di S. Marco, ed ebbe tempo di accomodarsi coi Ragusei senza dichiararsi o meno per Sigismondo e coi Balsa obbligandosi verso questi a 1111 annuo tributo. 3 Troviamo infatti riguardo i Ragusei che il dì 5 Giugno 1405 il senato cattarino, 4 revocata ad unanimità 1 Matkovié ibid. 42. 2 L'atto è conservato nella cassetta delle pergamene dell' Archivio del Consiglio Maggiore e dei Rettori di Cattaro presso P1. R. Capitanato Distrettuale. 3 Glasnik XII. 368. 4 Statuta Cap. XVI. (Tempore Catharinorum p. 290),