56 si derare, corsero in traccia del fratello del Boi li zza che si trovava in villa. 1 Presolo lo legarono ad un albero ed erano in procinto di tagliargli il naso. Accorse però a liberarlo un Risanotto a lui legato da riconoscenza per favori anteriormente ricevuti. I Perastini, poiché 1’ ebbero spietatamente battuto, corsero alle campagne di lui tagliando tutte le piantagioni. 11 qual fatto destò nell’ animo dei Cattarmi il desiderio della vendetta, e così ebbe principio una serie di vicendevoli vessazioni. Mossero i Cattarini nottetempo verso Perasto ed appiccarono il fuoco a due navigli dei Perastini. Questi alla lor volta, fattisi forti dell’aiuto dei Risanotti vennero parimenti di notte a Cattaro ed incendiarono due gallere cattarine, che stavano ancorate alla foce del Parilo. 2 I Ragusei mandarono allora alle Bocche ambasciatore Niccolò Badazza, affinchè mettesse pace fra i contendenti. Accomodate così le interne discordie ciascuno pensò ai bisogni del proprio paese, massime i Cattarini che traendo l’essere dal commercio di mare, si vedevano già prossimi al pericolo di dovere abbandonarne l’esercizio, perchè gli Almissani, forti per mare, andavano infestando le acque dell’ Adriatico. Mandato quindi il vice-conte a Niccolò Conte d’Almissa perchè trattasse con esso sulla libertà della navigazione dei Cattarini, ottennero da lui un documento col quale Niccolò giurava loro, per sè e successori (ino alla nona generazione che si sarebbe tenuta pace coi Cattarini, e che qualunque naviglio fosse stato incontrato tra Molonta e Traste,3 diretto per Cattaro, sarebbe stato rispettato. (1167). 1 Orbini 349. 2 Così è chiamata la tìumera che ¡gna la parte N-E di Cattaro, 3 Farlati IV. (Coleti) 434,