116 dino, rigettarono costantemente ogni capitolazione, e subirono con eroica fermezza i guai d’un lungo assedio, nella fiducia non sarebbero loro mancati alla perfine gli invocati soccorsi. E perche altro indugio non si avesse a mettere alla loro redenzione, trovarono chi, superate accortamente le vedette nemiche, potè recarsi al cospetto di Orosio imperatore di Serbia. Contro la baldanza de’ Balsa, suoi vassalli, Orosio si rivolse per aiuti alla Repubblica di Venezia, mentre un legato del papa stava sollecitando la Repubblica ad aiutare Cattaro. ' E poiché l’impresa a cui volevasi indurre quel senato era vantaggiosa anche per la Repubblica veneziana, chò liberando Cattaro dalle insidie dei Balsa si toglieva ai Ragusei la possibilità di impossessarsi con danno dei Veneziani del commercio delle Bocche, allora fiorente, le pratiche del papa e di Orosio V ebbero presto il desiderato successo. Spedito (18 Sett. 1369) un ambasciatore alle parti belligeranti, perchè ristabilisse fra esse la pace, fu intimato ai Balsa di levare immediatamente l’assedio da Cattaro, minacciando ove fosse occorso di obbligarveli colla forza. I Balsa, avendo saputo che la flotta del golfo aveva di fatto salpato alla volta delle Bocche, levarono frettolosamente l’assedio, se anche non abbandonarono le mire di conquiste sulla città di Cattaro. 2 Non fu conchiusa una pace formale, ma Cattaro la godette di fatto all’ombra della protezione di Venezia. E quando nel seguente anno (7 Maggio 1370) i Balsa domandarono al senato il permesso di armare delle navi, fu loro opposta la nimicizia non per anco smessa coi Cattarmi, ed il dubbio che tale concessione potesse servire ai danni di Cattaro. 3 1 ibid. 52. — 2 ibid. 55. (18 Settembre 1369). 3 ibid. 56. 57.