61 scovi di Cattaro e di Budua la soggezione dovuta a un metropolita. Cattaro e Budua all’ incontro continuavano ad obbedire all’ autorità dell’ Arcivescovo di Antivari, del quale erano state dichiarate 1 suf-fraganee nel 1062. Occorreva un decreto del pontefice o di un concilio che li autorizzasse a fare altrimenti, e Niceforo II vescovo (1167-1178) di Cattaro, nel difetto di cosifatte autorizzazioni fin dai primordi del suo apostolato si manifestò avverso ai decreti di Ragusa per provocare finalmente una decisione della curia romana. Tribunio, allora reggente la diocesi di Ragusa, lo colpì dell’ anatema, e corso a Venezia dove Alessandro III trattava di pace con Federico I, espose al pontefice le cagioni della fulminata scomunica, domandandone 1’ approvazione. 2 Altrettanto indisposti a riconoscere l’autorità dell’ arcivescovo di Ragusa, prima ancora di quello di Cattaro, eransi dichiarati i vescovi di Soacia, Drivasto, Scodra, Pillati ed altri. Ma questi vivevano sotto il patrocinio di Nemagna ; e contro Nemagna Tribunio doveva procedere cautamente. 3 Succeduto allora allora a Dessano nel dominio della Rassia e della Serbia, Nemagna vedeva nei Ragusei i propugnatori della causa di Radoslavo al detro-nizzamento del quale egli doveva il vasto suo patrimonio. Egli necessariamente aveva preso a studiare i moti dei Ragusei, ed aspettando il pretesto per procedere ai fatti contro di loro, s’affaticava di scemarne la potenza, scostandoli da quanti avevano alleati fin dai tempi di Dessano. E Cattaro, 1 Carrara. 125 ex „Alexandri 11. P. Epist. Petro Ven. Archiep. Diocleensis atque Antibarensis Eccl.“ Farlati VI. 1. c. 2 Appendila F. Notizie St. crit. sulle antichità, Storia e lett. dei Ragusei — Rag. Martecchini 1802. V. I. 268. Farlati ibid. 3 Cfr. i doc. riferiti dal Farlati ibid.