147 re Dragomiro, e che quell’ Ursaoio il quale fece una donazione alla chiesa di S. Trifone (1124) era nobile e che da nobili, come si legge nell’atto della donazione stessa, la città era governata. Anzi la menzione che si riscontra in questo documento prova la preesistenza del ceto nobile di Cattaro In quanto all’eccellenza di questo corpo il Sandi 1 con distinta erudizione dimostra Cattaro nella civile amministrazione superiore a tutte le città della Dalmazia, ad instar di quella stessa di Venezia „et in purgata Comitiorum nobilitale.“ Ed all’autorità di costui fanno concordemente eco nelle loro opere il Buphinz, il Salucone ed altri. E certo che delle famiglie nobili in Dalmazia una sola, quella degli Zaguri di Cattaro, fu ammessa al patriziato senatorio di Venezia; 2 che le nobili di Cattaro passando matrimonio con un patrizio veneziano venivano inscritte nel libro d' oro. 3 Abbattuto ne’ suoi primordi delle irruzioni barbariche, mancarono a quest’ ordine i mezzi di sostenersi; non perciò venne esso meno nella intraprendenza e più si nobilitò preferendo il profitto della propria operosità. Non si tosto però la pace fu ripristinata e l’ordine ristabilito nella pubblica cosa, fu tolto l’uso fino allora tollerato che un nobile potesse speculare tenendo per proprio conto fabbriche di cuoi e di salumi, 4 molini ecc. E per garantire il lustro della casta, preservarne la purezza del sangue, e allontanare ogni ombra offuscante la nobiltà, venne per legge statuito 5 che il nobile di Cattaro non avesse a tor moglie se O non dal seno di nobile progenie : „nisi [aerini prò- 1 Storia Civile IV. 458. 2 Tentori. Storia di Venezia. III. 3 L’ u’tima fu Giulia Burovicli vissuta verso In fine del secolo passato. 4 Ballovich. 1. c. 5 Statuta 224. c. CCCXCIV. — 2. II. — 20. XXXV.