53 libertà per la quale avevano tanto combattuto contro i Bisantini, e senza conseguirne lo scopo, lacerò la nazione in una serie di sanguinose discordie. Impugnò bensì una seconda volta lo scettro degli avi, ma i popoli flagellati dalla tirannia di Giacinta, esecranti a questo fatale trionfo, chiamarono le armi imperiali, e dove queste non poterono giungere, operò la rivolta. Così Cattaro estranea alle vicende cortigianesche e alle sorti del trono, perché da questi non s’attendeva più di quanto avrebbe potuto aspettarsi dal patrocinio dei Bisantini, questa volta non si accontentò di rimanersi indifferente dinnanzi a sì sanguinosi avvenimenti, e poiché ebbe consentita la violazione dell’ asilo accordato a Giacinta, ora nell’ interesse della pace del regno, sorse antesignana nell’ universale sobbollimelo e coll’ aiuto dei Rassiani acclamò re il perseguitato Dragano. 1 Giorgio cercò salvezza nel castello di Oboleu, donde una mano vendicatrice lo fece tradurre prigioniero a Costantinopoli. Dragano sorretto dal favore dei Bisantini potè conservare al regno la pace; non così suo figlio Radoslao, a cui nulla valse il favor dell’ imperatore dinnanzi al furor popolare che, detronizzatolo, chiamò in sua vece quel Dessa che poi fu il fondatore di Casa Nemagna. Salvollo la città di Cattaro della quale prese a denominarsi nConteu 2 e quivi, quasi in residenza capitale, si fermò a governare il limitatissimo territorio che tuttavia oragli rimasto fedele e che nessuno pensò a contendergli. Risano allora segnava 1’ estremo limite dei domini di Dessa. Tanta vicinanza non poteva essere portata in buona pace dall’infelice „Conte di 1 Corner 46. — Du-Cange 51. 9 Dopo di Radoslao i rettori di Cattaro assunsero il titolo di „Conti“.