79 de Santo Arcangelo la qual a principio fo edificada per loro come per veri fundatori e cusi la Giesia reedificasseno— Nò fu inai alcuno, almeno così ò memoria, dei re succeduti a Giorgio clic contendesse o mettesse in dubbio il limite da questo rescritto assegnato al dominio del comune di Cattato. Ciononpertanto i patrizi desiderosi di essere anche per l’avvenire in qualche modo garantiti non solamente nella pienezza della loro libertà, ma anche nell’ integrità dei loro possedimenti, reputarono opportuno di mandare ad Orosio (1250) due ambasciatori, per conseguire una volta di più la riconferma del privilegio ottenuto da Giorgio. Mauro ed Orsatto a ciò delegati, presentatisi al re conseguirono un nuovo rescritto, nel (piale questi „vedendo che sono vere le scripture le quali erano scripte nel MCXV Nativitale domini a dì 15 Avostoc‘ e vedendo che yjfidel zentilhomeni de Catharo d? ogni ora et tempo a nui otdeno....“ dichiarò: „benedissemo et benediremo tutta suprascripta scriptura a Catharo, tutte le possession delle vigne et orti, Lusliza, Pasiglav e la Pianura in aeternum.... in confirmation de li Brevelegi de Domino Domino Re Zor&i, lo qual por-tasseno suprascripti Zentilhomini de Catharo.“ Assicuratisi per tal guisa che la protezione dei re non sarebbe loro mancata con danno del comune, i Cattarmi volsero tosto le loro cure al commercio e alla navigazione, ottenendo dai vicini quella libertà e quelle franchigie ch’eglino pure accordavano agli esteri che approdavano alle loro rive. Di un simile vicendevole accordo si ha memoria nel trattato 1 stipulato il dì 26 Dicembre 1257 tra i delegati nobili cattarmi Basilio de Brace e Giovanni dei Gige in nome di Dessano conte di Cattaro da una parte e il Consiglio Maggiore 1 Ljubich. Monumenta. I. 89. d. in Caltaro.