115 dopo la loro partenza da quella città, Budua fu presa per opera dei Perastini che memori dei danni patiti da Povresco vollero cancellata ogni memoria del tiranno e restituirono la città ai Balsa. Ebbe perciò Perasto innumerevoli favori di Zcnta e la perenne loro alleanza. 1 Frattanto l’imperatore di Serbia2 aborrendo dalle cure dello stato, aveva tutto rimesso a Vu-cassino, popolano che era da lui stato elevato ai più alti seggi, e Cattaro mancando della tutela di Orosio, vide in pericolo la libertà di fronte alle velleità dei vicini signorotti, che da gran tempo ne vagheggiavano il possesso. Tvarko bano di Bosna, quelli di Zeta ed i signori d’Albania, attendendo un’ occasione propizia per aggredirla con l’armi, preparavansi la via prendendo a perseguitarla dal lato della religione; e tanto fecero che le chiese più esposte del Canale dovettero essere chiuse al pubblico culto.3 Non senza grave commozione d’animo udì il papa (Urbano V) le querele dei Cattarmi, e caldamente li raccomandò (1367) alle sollecitudini dei Veneziani e dei duchi di Apulia e di Durazzo.4 Ma il soccorso si fece desiderare per ben due anni, quanto appunto bastava ai Balsa per armarsi al conquisto di Cattaro. Correndo di-fatto il 1369 calarono questi nelle Bocche con un formidabile esercito e strinsero Cattaro dalla parte dei monti, mentre un grosso naviglio ne chiudeva V accesso dal mare.5 Quantunque ridotti in estreme strettezze, i Cattarmi, risoluti di combattere fino all’ ultimo citta- 1 Ballovicli ibid. — 2 Orosio V l’ultimo rampollo di casa Nemagna. 3 Vedi 1’ inscrizione analoga, che in seguito sarò riprodotta, tolta dall’ architrave superiore del campanile dell’ oratorio dei nobili (intitolato a S. Antonio) sito in Teodo. 4 Farlati 452 ex Raynald. T. 26. a. 1367. n. 12. 5 Glasnik. XII. 51.