5 Achei e gli Etoli, ma ben presto dovette ritirarsi nella sua Fara e provvedere a una forte difesa, chè Roma stava già sulle mosse per punire la sua tracotanza. Ma fu vano ogni tentativo, e vinto dalla strategia dei Romani, dovette fuggire. Ebbe asilo da Filippo V (III) di Macedonia, la cui corte divenne per opera di Demetrio, un nido di tristi. Filippo stesso, corrotto, passò tosto ad azioni indegne : gli llliri ed i Greci sentirono ben presto il peso della sua perfidia. Così operando Demetrio sperava di riacquistare la perduta signoria; ma invece rese solamente abbietto se stesso e la corte, e condusse la Macedonia incontro all’ ira di Roma. Le guerre e le rivolte si successero alternata-mente fino ai giorni di Genzio, re avido e timoroso, sotto il quale il regno di Agrone e di Teuta, andò totalmente a finire. Allettato dalla promessa di cento talenti, prese le armi in favore di Perseo re di Macedonia e fece imprigionare gli ambascia-tori romani. Ma poi, bene comprendendo come tale atto l’obbligava senz’ altro alla guerra con Roma, ritenne il denaro e privandosi esso stesso di un importantissimo aiuto, abbandonò l’alleato all’ultima rovina. Lungi però dall’ assicurare in questo modo la pace agli llliri, dovette continuare la guerra, e finì coll’ essere consegnato prigioniero ai Romani. — Allora 1 Illirio fu ridotto a provincia romana (168 a. C.) — Strabone 1 parlando del seno di Risano così riferisce: „!¿st3c 3’ swv tíjv tGW ’ApSiatcov y.al HXrjpafav IlapaXiav ò 'P^ov.xb? y.ÌA-c; èrti /.al T'Ioiv tcóXi;“ dopo la COSta degli ardici e dei Pleriei è il Seno Rizonico e la città di Rhizon. Da queste parole emerge chiaramente che i Rizuniti per essere stati confinanti cogli Ar-diei, devono di necessità aver preso parte alle spe- 1 1. c. — 7. 5. 7.