158 dei marinai e costituita sulla base delle odierne società di mutuo soccorso. 11 capitale formatosi dalla minella che ogni marinaro doveva contribuire era tale che poteva soccorrere i confratelli infermi e gli impotenti, provvedere la dote alle loro figliuole ed assumersi il trasporto in patria delle salme dei propri morti su scogli o in paesi infedeli. La Ma-riuerezza rappresentava l’armata navale del comune di Cattaro anche al tempo del veneto dominio. Riconosciuta dai re ed imperatori serbi, prediletta dai cittadini consigli, essa fruì di sempre maggiori poteri; regolava l’approdo alle rive di Cattare, riscuoteva minelle da tutte le località delle Bocche ; ogni marinaro nazionale era obbligato di appartenervi. Ebbe privilegi nei mercati di Venezia, nelle Marche, nel Levante e nelle vicine rive di Dalmazia. Essa infine fu nel medio evo parte importante dell’ economia politica del comune, e come nei secoli a noi più vicini, in quelli eziandio contribuì grandemente alla gloria della patria, rimanendo sempre per pietà e ricchezza, per fasti civili e glorie militari, per antichità e quantità di privilegi, superiore alle tante che, auspice il dominio veneto, sorsero a Venezia, nel Levante ed altrove ancora. 1 Le cariche dalle quali essa veniva governata di-stinguevansi in maggiori e minori. L’ammiraglio, il maggiore ed i due capitani appartenevano alle prime, alle seconde tre offiziali dell’ anziguardia, tre della retroguardia, il tenente ed i due sergenti. L’ammiraglio scelto da principio tra i nobili, poscia (dal sec. XVII) anche tra i cittadini era eletto a vita, doveva risiedere nella città, andava col bastone e governava non solo le file dei marinari, ma fino all’epoca del dominio veneto egli sovra-intendeva agli affari marittimi del porto, era il 1 Gelcicli G. l.a Marinerezza. Trieste, Bello 1872.