125 fortune, che ogni straniero che si fosse prestato con zelo otterrebbe il diritto di piena cittadinanza, e finalmente che trenta tra le famiglie che più avessero contribuito colle persone e cogli averi in prò’ di Venezia, sarebbero chiamate al consiglio maggiore e dichiarate perciò nobili.“ Da tutte le parti si accorreva quindi alle armi, larghe obbla-zioni venivano da ogni parte raccolte. E fra gli altri benemerito si rese pure un bocchese, Bartolomeo Parata di Lepetane, ivi stabilito per ragion di commercio, offerendo la paga di dugentoqua-ranta uomini da remo e di centoventi pedoni per due galere da armarsi come quelle che tenevano i dogi, e mandando alla guerra il figlio Giovanni. 1 Tali meriti furono rimunerati conforme alla promessa, e Bartolomeo fu ammesso al consiglio maggiore e dichiarato nobile Veneziano. — I Veneziani armarono una nuova flotta e, considerando che nessun altro poteva adoperarla meglio di chi colla propria sventura aveva apprese le arti dell’inimico, tolsero al carcere il Pisani e lo mandarono a capo di quest’ultima e decisiva impresa. Vittore chiuse l’imboccatura di Chioggia e facendo per la prima volta uso dell’ artiglieria nelle battaglie di mare, obbligò (27 Lugl. 1381) il nemico a rendersi a discrezione. Maruffo Doria accorso con ventitré galere dalmate in soccorso de’ suoi, fu battuto e ridotto alla fuga. Il Pisani l’inseguì, restituendo al dominio di S. Marco i soggiogati acquisti delle sue prime imprese, e fra 1 V. Benemerenze della Famiglia Paruta — Estr. dall’ arcliiv. due. di Venezia — Romanin esaltando la generosità di Bartolomeo asserisce avere questi spedito alla guerra il fratello Giovanni. Preferiamo la lezione del docum. riprodotto nella s. c. Benemerenze. Dopo i Paruta, 1’ altra famiglia dalmata che fu inscritta nel libro del patriziato Veneziano e che fu assunta al Cons. M. della Rep. è quella degli Zaguri, essi pure Bocchesi (di Cattaro) — Tentori. Storia di Venezia.