196 lem, fu ritrovato a Corfù nei primordi di questo secolo da Evasio Leone ; il quale giudicandolo lavoro pieno di sapienza e di erudizione, e adorno delle più ingenue grazie dell’ immaginazione e dello stile aveva stabilito di pubblicarlo coi tipi della regia stamperia di Modena. Ma il Leone morì in quell’anno stesso (1817), e il manoscritto passò fra i codici della vaticana, ove si conserva sotto il N. 5139. Il più antico monumento della cultura letteraria dei Cattarmi, risale al secolo X, ed è la vita di S. Trifone, che un anonimo dettò in versi latini e che l’anno 1460 adì 8 de Marzo fu da altro a-nonimo voltata in prosa, dal titolo “Lezenda de Mis-ser San Tryphon Martire Gonfalon et Protector de la Citade de Catharo.„ Esposta in forma poetica la storia della vita e del martirio di questo santo, vi è descritto l’arrivo e l’acquisto delle spoglie di esso a Cattaro, sicché riesce abbastanza importante per la storia cattarina di quel tempo. ’ Un saggio di cultura scientifica è il codice teologico che il benedettino frate Gregorio di S. Giorgio compiè l’anno 1102, nel tempo cioè in cui questa scienza era ancora lontana da quei sistemi a cui fu più tardi portata. Qui dev’ essere ricordato il catalogo delle chiese 1 Una parafrasi di questa vita ridotta in parecchie lezioni da recitarsi nella festività e per tutta 1’ ottava, aggiuntivi due inni saffici ed altrettanti giambici per le diverse ore canoniche, fu pubblicata dal vescovo di Cattaro Luca Bisanti quando afferrò Venezia onde ridursi al sinodo tri-dentino, ed uscì in luce il 1561 dai torchi di Gir. Calepino a spese del-l’arcidiacono Pietro Grubogna e del canonico Girol. Bucchia entrambi di Cattaro. Quest’ ultimo poi, assunto nel 1581 al vescovato di Cattaro, la rifuse, compendiandola in tre sole lezioni, approvate da Clemente Vili il 1594, quelle stesse che tuttodì si recitano. Ma il lavoro del Bucchia non andò a’ versi di Gregorio Bisanti, il quale, conservate le tre lezioni approvate già da papa Clemente, cangiò le altre introdotte dal Bucchia, siccome alle quattro odi saffiche, altre due ne aggiunse, di cui una è il famoso e tanto popolare “Inclytum Chrtsti celebremus hymnis.y, Questo terzo offizio approvato dalla Congregaz. dei riti ed impresso in Venezia il 1783 serve presentemente di regola al Clero di Cattaro. (cfr. U. R. di Gregorio Bisanti. La Dalmazia 1846 N.r 19 p. 149).