99 trizia famiglia di Cattavo. Di Michele sappiamo unicamente che nel 1351 fu ambasciatore a Venezia, delegatovi ad invitare il doge al convegno nel quale Stefano lusingavasi ottenerne l’alleanza per l’impresa di Costantinopoli, Assai più sappiamo di Nicolò, 1 che la storia ricorda siccome valente capitano e prudentissimo consigliere del re. Educato all’arte della guerra, ne sperimentò per la prima volta il furore sendo alla testa delle armi cattarine ite in sussidio al re contro ai Bulgari. Come si mostrasse in questa sua impresa lo dicono la bandiera e la croce, che egli coi suoi strappò all’inimico, e che il Re lasciò ai Cattarmi, trofeo perenne di gloria e di leale attaccamento. Il Rafiaelli riferisce da un cronista che i Cattarmi — a perpetuare la memoria di tale successo — da quel tempo in poi usarono vla croxe 2---sopra il stendardo alla festa de S. Triphon in piaza de S. Trip ho».“ Il re allora avutolo in speciale benevolenza lo prese seco a Corte nel carico di suo Protovestiario.3 1 Hóffler ne dà il nome alterato in Becche. V. Oesterr. Gcsch. fiir das Volk — Voi. V. p. 18. (Wien. 1867. Staats Druckerei). 2 U. RalTaelli. Ballo di S. Trifone, p. 2. — Gelcich Gius. La Mari-nerezza di Cattaro. Trieste. Bello 1872 p. 12. 3 Questa dignità l’Orbini (p. 266) interpreta in margine notando „Protovestiario era il gran tesoriere11. L’autorità del solo Orbini non ci è sufficiente. Nell’atto (d. d. 12 Ottob. 1344) della donazione del tempio e del cenobio di S. Nicolò (chiesa oggi funzionata giusta il rito gr.-or.) ai predicatori (Farlati VI. p. 446) Nicolò s’intitola „Nos Nicolaus Bucchia Comes Camerarius Excellentissimi Domini Regis Rassiae“ cioè Conte del Palazzo. Il quale titolo, sapendo avere i Serbi adottate non poche delle dignità usate alla corte Bizantina, opineremmo doversi tradurre piuttosto con „Protosevasto“, voce colla quale i Greci usavano appunto significare il „Comes Camerarius“ o Conte del Palazzo, quando però sia per l’uscita (Protovesti-ano), sia per il fatto aver egli accompagnato il re in tutti i suoi viaggi non si volesse preferire la lezione „Protospadono“, titolo di dignità bizantina dato a quello che colla spada sguainata prece- deva il sovrano. Non è fuor di proposito notare che gli scrittori in ge- nerale hanno tenuto la lezione „Protovestiario“ e che il Ljubic (Ogled. p. 175) tradusse „Komornik“ che è quanto „Comes Camerarius". (PuÉié. Spom. II. 19. Protovestiarius).