GERMANIA, AUSTRIA, SLAVIA L’Austria è uno stato colonizzatore. È il principio a cui bisogna ritornar sempre per spiegarsi la sua politica interna ed esterna. È l’unico che serva da filo - mediocremente logico — nel labirinto della sua assurda realtà. Bisogna non dimenticare che l’Austria per molti secoli è stata il centro politico efficiente di quel vasto e fluttuante organismo etnico e civile che è in Europa il germanesimo. Il Sacro Impero germanico, creazione medievale del germanesimo inquieto e invadente, espulso dall’Italia nel risorgimento del Comune, dalla Francia nell’unificazione monarchica, riappare nel ’500 nell’incarnazione germano-ispano-cattolica di Carlo V d’Absburgo. Spezzatosi in due, per eccesso di mole, alla morte di Carlo V, trasmette la sua eredità germanica all’Austria di Ferdinando I e dei discendenti di questo. Trasmettendole anche la cattolicità la condanna a perdere il dominio totale sul germanesimo avvenire che si purifica da ciò che vi poteva essere di romano nella cattolicità diventando protestante. Il protestantesimo prepara il nuovo nucleo politico intorno a cui si incarnerà un’altra volta il mondo germanico : la Prussia. Prussia ed Austria si contenderanno per più di un secolo il diritto di organizzare politicamente e di rappresentare nel mondo il germanesimo. Ma intanto Austria e Prussia, unite nella resistenza alla rivoluzione francese e all’imperialismo latino di Napoleone, affermano l’opposizione perenne di tutto lo spirito germanico contro tutto lo spirito occidentale. Trionfante, nel 1815, è l’Austria che sembra essersi rassicurata la rappresentanza legittima del germanesimo nel mondo. Tenendo in sua balia l’Italia, l’Ungheria, e i paesi slavi contesi al mondo ottomano, l’Austria non solo è una potenza per conto suo, ma continua ad affermare il principio della potenza germanica su popoli non — 102 —