TRIESTE per uno sciopero che sorprese le autorità, mentre parte della guarnigione era lontana, si ebbe lo spettacolo, raro in Austria, di una folla che affrontava i soldati : giunsero a disarmarne alcuni. Allora fu sparato e caddero dei dimostranti. Gli altri si ritrassero ma giurarono vendetta. I capi anarchici in segreto si volsero al partito nazionale chiedendo armi. Le armi nè c’ erano nè sarebbero state date. Gli scioperanti ritornarono lo stesso in piazza il giorno dopo e sfidarono la truppa schierata. I morti questa volta furono n e 40 i feriti. C’è un buon fondo di plebe latina a Trieste. La città in pericolo. Ma ci sono anche le impurità nella sostanza italiana di Trieste. Sarebbe inverosimile che la dominazione austriaca non la avesse intaccata in qualche piega dell’ anima. Per quanto la coscienza vigile reagisca alle infiltrazioni maligne, è impossibile che non ne risenta. La vita anormale di una città che deve essere ciò che non vuole e vuole essere ciò che non può, produce delle alterazioni che sarebbe inutile carità non rilevare. Gli stessi Triestini, quelli che hanno animo da guardare negli occhi il volto sempre amaro della verità, le riconoscono. Riconoscerle è una ragione di più per invocare il rimedio unico ai mali di cui si accorge e anche a quelli di cui non si accorge : la liberazione politica. Alterazioni d’italianità avvengono nel costume cittadino. Legata la città all’impero, costretta a subire non solo le autorità che vengono dall’ interno ma tutte le forme di vita pratica che l’interno vi esporta, nella vita privata di Trieste si pos- — 56 —