NELLA UNITA DELLA STORIA ITALIANA penisola istriana triangolare, e non si misura un triangolo conoscendo due soli lati; per ritrovare il terzo lato bisogna risalire, oltre il Promontore, la magnifica costa alta e selvaggia che penetra nel seno più interno del Quarnero, dov’è Fiume. I Romani, che in una prima confinazione dell'Istria si erano fermati a metà di quest’ultima costa, allo sbocco dell’Arsa, si accorsero subito di aver sbagliato e portarono il confine dove la penisola finisce geograficamente, alle foci della Tarsia: la Fiumara di Fiume. E all’Istria si connettono per ragioni geologiche le isole che occupano tutto il Quarnero : Veglia, Cherso, Lussin : specialmente Cherso e- Lussin che si riattaccano all’ossatura montana della penisola istriana e ne proseguono la direzione in una serie di dighe sempre più sottili che da ultimo si rompono in una fila di scogliere: Ubo, Unie, Selve. Il mare che divide le isole dell’Istria è poco profondo, mentre il suo braccio che è tra le isole e la costa croata - il Quarnerolo - lo è di più. L’Austria, aggregando amministrativamente Cherso, Veglia e Lussin alla sua Istria invece che alla Croazia ungherese, ha non solo fermato le possibili pretese dell’Ungheria sul mare aperto, ma una volta tanto ha seguito una indicazione della geografia e della storia. Potrebbe sostenere di aver seguito un relativo criterio storico anche nella suddivisione interna della provincia. La quale oggi comprende — titoli ufficiali — la Contea principesca di Gorizia e Gradisca, Trieste con il suo breve territorio e il Marchesato d’Istria. È sottinteso però che la triplice suddivisione può passare relativamente per storica, soltanto se la storia della regione sia interpretata secondo il gusto austriaco. Allora è comprensibile come Trieste sia tenuta ben distinta — 9 —