LA PROVINCIA DI TRIESTE Ha resistito meglio di altri a cui i conforti arrivavano. I Zaratini, che Irzio Pansa lodò per il « singolare amore » alla Repubblica romana, che fedeli a San Marco imitarono per lunghi secoli la vita di Venezia, hanno ben meritato anche del-l’Italia nuova. L’italianità della Dalmazia cessò di esistere per l’Austria dopo Lissa. Pur troppo dopo gli ultimi sforzi delle minoranze italiane a Sebenico, a Spalato, a Traù, l’italianità dalmata si è ridotta a uno spirito vagolante: fantasmi che riappaiono accanto alle tombe dove sono sepolte quelle che furono le loro vite. Zara soltanto non è morta, perchè non poteva morire. Liberatasi dall’antico particolarismo dalmato, caro anche ad uomini come il Tommaseo, si è federata nelle questioni nazionali a Trieste e a tutta la Venezia Giulia. A dispetto del governo austriaco che tien prigioniero ogni suo popolo nella nicchia assegnatagli, Zara è uscita dalla sua provincia per aggiungersi moralmente alla provincia sorella meno infelice. Le ha dato esempi di coraggio ed uomini esemplari. E la provincia sorella la ha soccorsa come ha potuto : quando una nuova e più iniqua partizione dei collegi elettorali tolse a Zara l’ultimo deputato italiano della Dalmazia, Trieste volle far suo il candidato zaratino. Qualunque sia il prossimo destino politico della Dalmazia, Zara non può seguire che quello di Trieste e di tutta la Venezia Giulia. Destino italiano non balcanico. I Balcani - dicono a Zara - cominciano più in là. Qui siamo in Europa, in Italia, nella provincia di Trieste. □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ r