GERMANIA, AUSTRIA, SLAVIA E le viene esplicitamente dalla volontà dèlia Germania, oggi più che mai. « L’aver la Germania sostenuto l’Austria all’epoca «dell’annessione della Bosnia-Erzegovina e l’aver ratificato « l’alleanza al tempo delle guerre balcaniche, mentre tradiva « le mire ghibelline dei governanti, significava: voler fare del-« l’Austria, oramai troppo logorata per reggersi da sola, un «c dominio germanico, sostituirsi ad essa nelle sue tendenze « espansioniste fino a Bisanzio; significava voler soggiogare, « a mezzo della popolazione tedesca che imputridiva sotto l’Au-« stria, le altre nazionalità. » Così scrive il dottor Siegfrid Flesch, tedesco dell’Austria. La “ Kultur ” austrogermanica: la “ nazione ” tedesca e le altre “ nazionalità Parlando del germanesimo e dell’Austria che ne propaga l’azione, non si dovrebbe dire civiltà, che è parola occidentale ed ha un valore profondo ed umano che investe tutto l’individuo; civiltà non è forma che si sovrappone ad un contenuto qualunque, è stile e necessità interna. Si dovrebbe dire Kultur, che è parola tedesca ed ha un significato più modestamente pratico : la Kultur germanica è civilizzazione dall’ esterno, imposizione di certi costumi, di certe abitudini, magari di certe pietanze che, riconosciute utili e piacevoli all’anima media germanica, si suppongono piacevoli e utili all’uomo medio europeo, di qualunque stirpe e qualunque temperamento. La civiltà italiana, o francese, o anche inglese, è un prodotto delle rispettive aristocrazie spirituali ed ha per la sua origine aristocratica — ioò —