TRIESTE Ma lo strumento vivo della difesa italiana è la scuola. Poiché P anima della patria comune vive nella lingua, questa infutura la patria nelle generazioni che si succedono. E Trieste ha le più belle scuole italiane che si possano desiderare, perchè il Comune le mantiene, le cura, le ama come le sue cose più care. Senza il Comune italiano, Trieste italiana non avrebbe una scuola italiana. Non è esagerazione anti-austriaca. È italiana la scuola superiore di commercio - a cui del resto il Comune contribuisce largamente - soltanto perchè il suo fondatore, il barone Rivoltella, la volle così. Ed è italiana l’Accademia nautica perchè la si fece italiana quando fu fondata nel 1817; ma oggi vi si sono mandati studenti sloveni a tumultuare perchè anch’essa cambi di lingua. Del resto il Governo non mantiene che due scuole medie tedesche - l’italiano vi è ammesso come insegnamento facoltativo-e diverse scuole elementari, « popolari » secondo la terminologia austriaca. Di italiane neppure una. Perciò il Comune ha.aperto fino dal 1863, a tutte sue spese, non solo tutte le scuole elementari della città e del territorio - una trentina con 25.000 scolari - ma due grandi ginnasi-licei con un migliaio di alunni, una scuola reale superiore - istituto tecnico — che ne ha altrettanti, ed un liceo femminile, anche con un migliaio di scolare. Nel 1910 la spesa complessiva per le scuole - a cui si devono aggiungere i ricreatori e le scuole festive - era segnata in bilancio per 3 milioni di corone all’anno. Di queste 10.000 sono stanziate per il fondo della Università italiana la cui istituzione non sarà concessa dall’Austria che l’indomani della sua morte. Da tali scuole, per quanto vigilate dall’ autorità ministeriale, per quanto obbligate a norme pedagogiche buone - 52 —