L’ ORA DI TRIESTE zialmente.... » Le rassegne sono cominciate a mezzo novembre e finite il 31 dicembre; per il 16 gennaio c’è l’ordine di incorporare i dichiarati abili. E i medici militari hanno arrotato scarti su scarti, senza pietà e senza paura del ridicolo. Sono stati arrolati dei tisici dalla nascita che, come avviene di certi tisici, avevano un po’di adipe floscio: è stato arrolato - un caso fra tanti - un gobbo alto m. 1,48 e del peso di 50 chili. Per inventare questi lugubri battaglioni Goya avrebbe dovuto mescolare i caprichos con gli orrori della guerra. L’angustia delle famiglie che hanno qualcuno dei loro al campo, e che per amor di questi sono quasi costrette a desiderare una vittoria del blocco austro-germanico, si esacerba nell’angustia economica. Le privazioni fanno più paura ai ricchi che ai poveri. E Trieste per ricchezza è la terza città dello stato. Gli economisti, capitalizzandone i redditi, la calcolano a due miliardi e mezzo di corone. È una città in cui, come in qualunque altra, ci saranno stati degli oziosi, ma non c’erano disoccupati. Nella convulsione improvvisa della mobilitazione, per alcuni giorni Trieste temette di restar senza cibo: pànico comune a tutta l’Europa che non sapeva più che cosa fosse la guerra. Fortunatamente, dopo la carestia momentanea dovuta agli approvvigionamenti militari, la città ebbe assicurate per l’avvenire immediato le provviste elementari. 11 danaro sparito tornò a circolare con le emissioni nuove ed abbondanti-troppo abbondanti — di carta monetata. Corso forzoso che impoverisce con l’illusione di una ricchezza miracolosa: si sa come sia deprezzata oggi la moneta austriaca. A Trieste i napoleoni d’oro salirono da 19 corone a 26 e 27. C’era più bisogno di viveri - una realtà - che di danaro - un simbolo. Ce n’ era bisogno — 152 —