LA VENEZIA GIULIA perchè dopo il ’59 e il ’60 il perfetto compimento d’Italia non sembra più lontano. Viene il ’66 : è la guerra che il giovine Regno combatte per l’Adriatico ; non si dubita che la grande questione che l’Italia ha ereditata da Venezia debba risolversi integralmente : il principio della fine per l’Austria, la fine del principio per l’Italia. Invece è Lissa, è Custoza, è - molto peggio delle due battaglie senza resultato - l’armistizio imposto dalla Germania per salvare l’Austria e fermare l’Italia. Il Veneto all’ Italia ma soltanto fino all’ Isonzo : oltre, la conferma del possesso austriaco; l’Adriatico dichiarato inalienabile dall’influenza politica del Germanesimo. Le sentinelle dell’Italia orientale tagliate dall’ esercito, prigioniere nel campo nemico. La Venezia Giulia rimane in esilio. Dopo la delusione. - Oberdan. La delusione del ’66 ha aperto gli occhi anche a coloro che forse s’illudevano; prima, di poter rimanere italiani ad occhi chiusi. L’italianità della Venezia Giulia assume un valore politico più preciso. La formazione dell’ Italia come stato la costringe a prendere forma. Non è più possibile nemmeno ai più temperati rimanere italiani essendo con l’Austria. L’Austria sa di avere in quest’ultimo lembo del suo possesso italiano un popolo necessariamente ribelle, almeno d’ anima. Quindi la sua azione, sempre più sistematica, per trasformarlo in un altro popolo : snaturarlo. Il vecchio paese, carico di venti secoli di storia italiana, è tuttavia un paese giovane come sono spesso i paesi di confine. Trieste è ancora una città adolescente. Chiusa in collegio — 28 —