LA PROVINCIA DI TRIESTE tata dal sospetto, è meno fedele di quello che si pensi anche nei conventi chiusi della milizia. A Pola due anni fa si seppe di un busto dell’imperatore che era stato fracassato nella caserma di marina. Tra i marinai irritati da qualche sopruso disciplinare scoppiò il grido infernale di « Viva Garibaldi ». Lo avranno forse gridato degli Slavi, pronti domani a tutte le ostilità contro l’elemento italiano dell’Austria; ma per sgomentare l’ufficialità austriaca quel nome è di effetto sicuro, chiunque lo pronunci. A terra, pur troppo, anche a Pola gli Slavi sono stati zelanti esecutori delle intenzioni governative. Arrolati dal Governo a lavorare nei suoi cantieri e nelle sue officine, hanno agito, votato, spiato per conto della Marina. Durante le eie zioni amministrative l’ordine dell’Ammiragliato di votare per i candidati slavi è stato aperto e palese a tutti i suoi dipendenti; e tutta la città è sua dipendente. I commercianti, i bottegai sanno che osare il minimo segno di avversione agli ordini della Marina vuol dire il boicottaggio e il fallimento. L’eroismo chiuso di Pola italiana, che è riuscita ancora ad eleggere italiani i suoi rappresentanti, garantisce meglio di qualunque dimostrazione la forza morale di un popolo prigioniero. Ma quale sia il suo cuore oggi, soffocata da un esercito di ioo.ooo uomini - 25.000, si assicura, germanici -ostaggio che invocando la sconfitta del proprio ricattatore deve temerne l’ultima vendetta, non è umano pensare. L’Istria interiore. Gli Slavi, che soltanto a Pola fra tutte le città marittime dell’ Istria sono riusciti a metter piede, si vantano già possessori legittimi dellTstria interna. Rammentano che le loro — 79 -