LA VENEZIA GIULIA cipio del *500, quando Venezia, padrona di quasi tutta 1* Istria e di buona parte del Friuli orientale, si spinse fino nelle Alpi e tenne Idria, che oggi è in Carniola; ma l’espansione definitiva di Venezia fu fermata dalla lega europea di Cambray e il germanesimo, nella sua lotta secolare con l’Italia per possederne i valichi alpini, mantenne ancora ai suoi feudatari la parte orientale della Venezia. La quale si trovò poi riunita nella sua totalità durante la magnifica ma breve improvvisazione napoleonica delle provincie illiriche, di cui fece parte come Intendenza di Trieste e Istria. Sbalordimento di grandezza in un paese impreparato; a richiamarlo all’umiltà provvide l’Austria che, rioccupando Trieste ed Istria, separò questo fianco orientale del Veneto dal restante suo dominio italiano, e nel 1818 lo aggregò - come il Trentino - a quel fantasma del morto Impero germanico che pretendeva di essere la Confederazione germanica. Perciò oggi la Venezia Giulia è una realtà nazionale e storica che non può identificarsi esattamente con nessuna realtà politica : è una entità che attende ancora il riconoscimento della sua forma perfetta. Ma perfetta ed evidente è già. I suoi confini naturali che formano i confini naturali dell’Italia alpina di oriente sono segnati dalla natura con chiarezza indiscutibile. Lungo la marina, la costa bassa e lagunosa continua il tipo della costa veneta sino alle foci dell’Isonzo, a Monfalcone : qui si innalza improvvisamente in un ciglione calcareo che scende dall’ altipiano interno ; si svolge a valloni e promontori fino al promontorio per eccellenza, al capo Pro-montore. Si lascia Pola e si entra nel Quarnero. Ma il verso dantesco non può essere interpretato insistendo su Pola e affogandosi nel Quarnero. Al Promontore è uno dei vertici della