GERMANIA, AUSTRIA, SLAVIA potrebbe discutere se sono già, uno per uno o anche tutti insieme, una nazione. Sono per ora soltanto delle nazionalità. Nazionalità è parola che in Austria si adopera più volentieri che nazione: parola meno temuta perchè di significato più modesto e meglio conciliabile con quel dogma oscuro ma, forse in grazia della sua stessa oscurità, poco discusso che regge l’Austria: l’idea di stato. Idea di uno stato non nazionale, e su questo sono d’accordo anche gli Austro-tedeschi più pangermanisti : ma stato di più nazionalità non di più nazioni. Nazionalità in Austria significa una certa lingua, magari un certo temperamento, significa sopra tutto una tendenza a impadronirsi, in nome di un gruppo di sudditi parlanti una certa lingua, di alcuni vantaggi politici che una volta erano privilegio dei Tedeschi. In molte parti dell’Austria la lotta delle nazionalità ha assomigliato a quella che in altri stati sono le lotte di partito. Le nazionalità in attrito fra loro, reclamanti diritti e privilegi nuovi di fronte allo Stato, non erano ancora nazioni. Tutte uguali come elementi politici, come elementi civili in fondo riconoscevano ancora che in Austria al di sopra delle molte nazionalità esisteva una sola nazione: la tedesca. O se non lo riconoscevano — riconoscerlo poteva essere in certi casi una pericolosa debolezza politica — vivevano e operavano in modo che un osservatore doveva riconoscerlo per conto loro. Rispetto al popolo tedesco, tutti gli Slavi dell’Austria sono stati per un pezzo dei popoli incompleti, dei sottopopoli. Sottopopoli non solo perchè numericamente inferiori in confronto di tutta la nazione tedesca, ma perchè il loro stesso risveglio nazionale muoveva da un periodo incubatorio di civiltà tedesca. Le masse quasi esclusivamente agricole degli Slavi meridionali, quando hanno cominciato ad affermarsi come nazionalità, — no —