TRIESTE tutto austriaco con tutte le sue bandiere: l’illusione che l’Adriatico sia un prolungamento dell’Austria continentale è ben mantenuta. E poi i Triestini autentici non sono quelli che navigano: commercianti più che naviganti - sono i riveraschi dell’ Istria, gli isolani, i Dalmati che formano tutti gli equipaggi - essi attendono le merci in porto, le rispediscono al mondo. Una delle attività cittadine più prosperose è quella degli spedizionieri. Un’altra, in cui Trieste ha acquistato una vera rinomanza, è quella delle assicurazioni marittime. Le « Assicurazioni generali > e la « Riunione Adriatica di Sicurtà » sono fra le più antiche istituzioni del genere in Europa. Tutte attività connesse alla navigazione ma che si esercitano in terra ferma, negli uffici e non sulle tolde. Trieste ha mostrato sempre una speciale attitudine a dirigere più che ad esercitare l’arte del mare. Quando ha chiuso i magazzini e gli scrittoi - i punti fermi della vita triestina - la città si ritrova sola con se stessa. Sospesi i contatti necessari con tutto ciò che di straniero inevitabilmente affluisce in un gran porto, Trieste ritorna una città a sè, intima, quasi esclusivista. Il forestiero rimane forestiero e la città rimane quella che è: se fosse libera, sarebbe una magnifica dominatrice di ogni stranierismo. Il forestiero o si assimila alla città e diviene triestino, o vive perpetuo ospite in margine alla città. Questa forza dell’ indole paesana spiega come Trieste abbia potuto assorbire tanuo sangue diverso e fonderlo tutto nella sua italianità superiore. Dopo una generazione diventano triestini di sentimento e di volontà gli immigrati di tutto il mondo : tra i validi campioni della sua energia italiana sono uomini che ebbero gli antenati a Levante e ad Occidente: greci, armeni, francesi, inglesi e anche tedeschi e ungheresi. Trieste è una meravigliosa colonizzatrice. - 39 -