LA PROVINCIA DI TRIESTE avanguardie vi entrarono dalla Carniola al nord e dalla Croazia a nord-est avanti il mille. Il che storicamente può anche sostenersi. E si può anche ricordare che a chiamarli dalla montagna sterile alle rive feconde furono i veneziani. Special-mente i Serbo-croati, che costituiscono il nucleo più civile e più numeroso dello slavismo in Istria - 150.000 ; quanti gli Italiani - debbono il primo invito alla Dominante che vedeva in loro degli agricoltori da colonizzarsi. Fra il ’500 e il ’600 codesti Serbo-croati e Morlacchi dalla Dalmazia furono insediati nel territorio veneto, e così potentemente subirono gli effetti del dominio veneziano che anche ora tra di loro si distinguono fra Slavi dell’antica provincia veneziana e Slavi del-1’antica contea imperiale: i primi si dicono marcolini — di San Marco - gli altri dell’imperio. Tutti insieme però lavorano a corrodere l’Istria italiana, da ridurla un giorno - che non deve venire - in loro possesso sotto l’alta protezione dell’Austria. Per ora è in Istria, come nel Goriziano, il fenomeno artificioso della campagna che vuole invadere la città, della civiltà in formazione che pretende improntare di sè una civiltà formata. Lotta di un esercito mobile contro una serie di fortezze. Le fortezze italiane non sono soltanto quelle del mare. Venezia, nella sua lotta secolare contro l’Impero e i suoi feudatari, via via tolse loro nell’interno della penisola Buje, Montona, Di-gnano, Portole, Grisignana, Raspo, Rozzo, Pinguente: lasciò all’impero solamente i selvatici distretti montani dietro il Monte Maggiore e un cuneo sottile che si avanzava verso il centro della Contea: Pisino. Venezia, che non poteva prevedere l’avvenire, pensava che il possesso dei castelli italiani bastasse ad assicurare tutta la provincia. Realmente in condizioni normali, — 80 —