LA VENEZIA GIULIA dall’Istria che comincia, si può dire, alla cinta daziaria della città; perchè in Trieste non si vuol vedere il centro effettivo, qual’ è, di tutti gli Italiani dell’ Istria, ma l’antico comune isolato che i Veneziani, padroni dell’Istria, non tennero che saltuariamente. Si comprende magari che la Contea goriziana, con i suoi centri nella bassa valle dell’Isonzo, si estenda all’altipiano carsico che è alle spalle di Trieste, perchè i feudatari che un tempo possedettero i castelli del Carso furono più o meno vassalli del Conte di Gorizia. Più difficile sarebbe dimostrare le ragioni storiche che consigliarono di aggregare l’Istria marittima ed urbana, perfettamente veneziana, a quella porzione interna dell’Istria che fu marchesato dell’impero ed ebbe centro a Pisino. Certo non furono ragioni di preferenza verso la popolazione italiana della provincia. Questa popolazione anzi si è cercato di dividerla e, divisa, raggrupparla intorno a tre centri diversi con interessi diversissimi: neutralizzando così, per quanto era possibile, l’italianità dei tre nuclei, col mescolare a ciascuno quanti più Slavi - Sloveni o Serbo-croati - si trovassero a portata di mano. Così invece di avere, per esempio, due circondari quasi completamente italiani ed uno quasi completamente slavo, se ne sono avuti tre ugualmente mescolati di Italiani e di Slavi. In tal modo la statistica complessiva può dar l’impressione che tutta quanta la provincia, e non soltanto la sua parte interna, sia mista di due nazionalità quasi ugualmente numerose, l’italiana e la slava. Ci vuole un sopraluogo per convincersi che gli Italiani hanno per sè, oltre il numero, la superiorità economica e morale che hanno dovunque le popolazioni urbane su quelle agricole; dovunque, ma specialmente qui dove le città sono empori marittimi e le campagne deserti petrosi.