LA PROVINCIA DI TRIESTE milione, non può essere pronunciata senza pericolo in Ungheria dove tutti gl’italiani sono loro, questi dispersi 30.000 Fiumani. Ufficialmente per l’Ungheria tutti i popoli assegnati alla Corona di Santo Stefano sono ungheresi : ma siccome più della metà degli Ungheresi nè hanno gli zigomi sporgenti della razza tàrtara nè parlano la oscura lingua in cui squittisce il vero Magiaro, così si è convenuto di chiamarli : Ungheresi di altra lingua materna. Lusinghiera denominazione che gl’italiani di Fiume hanno a comune con i Rumeni della Transilvania e i Serbi del Sirmio. In tale situazione legale, Fiume ha subito dal ’68 in poi tutte le violazioni di coscienza a cui è sottoposto un paese conquistato. Conquista effettiva dell’Ungheria che vorrebbe fare di Fiume una città di lingua, di costume e magari di orgoglio ungherese: conquista dei Croati che, prevedendo i futuri danni dell’Ungheria, vorrebbero prepararsi un diritto nazionale sul ricco porto del Quarnero : da parte dell’ italianità niente altro che resistenza e, per resistere, l’attaccamento ostinato ai brandelli dell’autonomia comunale. Anche Fiume resiste assorbendo e assimilando gli elementi stranieri gettati nel suo crogiuolo, ma sotto il crogiuolo non arde che il piccolo fuoco della vita locale: la fiamma di tutta la nazione è lontana; chi vi si accosta è per l’Ungheria un traditore. Così l’italianità storica e istintiva di Fiume è stata sottoposta a tutte le deformazioni che straziano ed umiliano un’anima di popolo. Il multilinguismo - corruttore di tutte le unità spirituali - vi porta tutte confusioni ; questa gente italiana deve fingere che la sua patria, anche in quel significato morale a cui il patriottismo austriaco almeno rinuncia, sia l’Ungheria, e i suoi eroi gli eroi unni da Attila a Ràkóczi. Deve studiare - 87 -