LA PROVINCIA DI TRIESTE Nell’ anima dei giovani migliori della Venezia Giulia uno psicologo ascolta spesso il tormento chiuso di un pessimismo romantico. La passione politica è lo sfogo naturale del loro bisogno di idealità: ma quando l’oggetto della loro aspirazione appassionata, P Italia, li delude, allora le loro povere vite rimangono sospese nel vuoto. C’ è anche un irredentismo morale che in silenzio implora libertà. L’Istria di San Marco. La vita italiana irredenta sembra più pacata in Istria. Nelle sue città marinare, che conservano in ogni pietra il segno indelebile di Venezia, l’italianità in aspirazione della intera provincia si riposa in una forma d’italianità raggiunta; in certo senso - senso estetico - quasi oltrepassata. Un triestino che va a Capodistria o a Parenzo prova impressioni analoghe a quelle che prova un torinese andando a Perugia o a Siena. Scopre come un altro modo di essere italiani ; entra in una vita che non è e non è stata la sua; che oramai come sua nemmeno gli converrebbe, ma gli rincresce che non sia stata la sua. È un passato che avrebbe potuto essere anche quello di Trieste ma che non è stato. È il sentimento misto di orgoglio e di umiltà che prova il nuovo ricco imparentato con la famiglia nobile decaduta: P orgoglio di aver diritto anche lui a codesti diplomi di nobiltà, e P umiltà di non potersene vantare come il consanguineo che glie ne fa parte, tesoro divenuto comune. A chi ci va con animo di viaggiatore sentimentale l’Istria offre la gioia pensosa delle sue città del silenzio. Per chi viene dall’interno è l’anticipazione entro confine austriaco della bel- - 69 —