L’EQUILIBRIO ITALIANO DELL’ADRIATICO di colonizzazione oltre i suoi confini. Si capisce che abbia avuto dal Governo i favori più squisiti, le attenzioni più provvide, il consiglio di tentare la conquista di Trieste. Trieste slovena, sarebbe stata una conquista anche per il germanesimo. Poco diversa la posizione austriaca dei Croati. Oppressi in casa propria dagli Ungheresi, erano favoriti dall’Austria, come strumento di panaustrismo, in Dalmazia, nell’ interno dell’ Istria, a Pola, a Fiume. Agli uni e agli altri si aprivano le vie del mare perchè vi sostituissero gli Italiani. E quando li avessero sostituiti dovunque? LAustria sarebbe diventata più slava di lingua ma politicamente si sarebbe sentita sicura. Anche solo venti anni fa l’idea di un irredentismo croato-sloveno sarebbe sembrata ridicola a un uomo di stato austriaco. Tanto poco in codeste nazionalità si vedeva il presupposto di una nazione. Per i Serbi il caso era differente. Riconoscendosi in essi i caratteri"'di una nazione, temendosi la forza centrifuga esercitata dal Regno serbo sui Serbi austriaci, contro di questi si fece una politica affine a quella adoperata contro gl’italiani: furono combattuti come nemici interni. E incaricati di combatterli e denaturarli furono anche gli Austro-slavi, precisamente i Croati. Si sapeva che i due popoli erano affini, ma si giudicava che l’affinità etnica fosse meno forte della diversità religiosa e politica. Anzi si sperava che il popolo unico conosciuto nell’etnografia europea col nome doppio di serbo-croato si unificasse anche nel nome, ma secondo l’intenzione austriaca, perdendo il serbo e restando tutto croato. Il Croato avrebbe dovuto vincere il Serbo per la superiorità che gli veniva dalla scuola di civiltà germanica assorbita come nazionalità austro-ungarica: il Serbo non aveva che civiltà balcanica. E c’erano a Zagabria dei Croati che ostentavano per i loro cugini, i Serbi, — 115 —