L’EQUILIBRIO ITALIANO DELL’ADRIATICO che nelle farmacie di campagna. Gli stessi nemici della Germania e del germanesimo di quando in quando la confortarono di sorrisi promettenti. Invece, qualunque fosse il suo preteso rinnovamento interno, l’Austria dal 1866 ad oggi ha continuato - magari contro la propria intenzione - ad agire in Europa come strumento della Germania, in funzione di germanesimo. Poiché l’Austria ha continuato ad agire come potenza colonizzatrice. Non ha mai pensato ad avere colonie fuori di Europa, perchè gran parte della metropoli era ancora paese coloniale, e volta per volta gli stati confinanti potevano diventare tutti o in parte sue colonie. Non sembri paradosso. L’Austria non può esistere che così: è la giustificazione storica, se non morale, della sua esistenza. Si dice: l’Austria è una dinastia. Verissimo: Casa d’Ab-sburgo può in buona fede considerare ancora tutta l’Austria come una sua proprietà personale: è un’idea perfettamente germanica dei rapporti fra lo stato e i cittadini. Si dice anche: l’Austria è un’amministrazione. Indiscutibile: il governante austriaco, quando vede la impossibilità effettiva di governare, mette in pari la sua modesta coscienza amministrando. Ma, per quanto un sovrano creda nel diritto divino ed un ministro nel diritto amministrativo, per formare uno stato, per pretendere dai sudditi oltre che del rispetto dinastico e dell’ubbidienza amministrativa anche qualche cosa che assomigli al patriottismo, bisogna che qualche ragione ideale alimenti, o almeno si illuda di alimentare, la realtà dello stato. Questa idealità è una missione colonizzatrice: e la missione colonizzatrice che viene all’Austria — volere o no - dalle sue origini germaniche, dal persistente germanesimo della sua civiltà. — 105 —