TRIESTE larvate del Governo, sono lotte civili in cui la città mette la passione di una battaglia mortale. Ha sempre trionfato: oggi degli 80 consiglieri comunali di Trieste 58 sono italiani liberali, 10 socialisti e soltanto 12 i rappresentanti del territorio sloveni. Il Comune amministrando legalmente la città nell’ angusto e pedante ambito della legalità austriaca, la difende. Per tutte le necessità della sua vita pratica e ideale il cittadino di Trieste sa di poter ricorrere al suo Comune provvido e illuminato. Per tutti i servizi pubblici il Comune ha fatto miracoli : così risponde alla maligna prevenzione del Governo, e in genere degli Austriaci tedeschi, che negano agli Italiani perfino la capacità di amministrarsi. Negli ultimi decenni di vita comunale il municipio di Trieste ha rinnovato l’edilizia cittadina, ha creato per l’assistenza pubblica istituzioni esemplari - l’Istituto generale dei poveri, i Riformatori, l’istituto per le abitazioni minime-ha sovvenzionato tutte le forme di beneficenza privata; per la beneficenza il Comune stesso spende ogni anno 2 milioni e mezzo di corone. Tutte le sue istituzioni naturalmente recano un’ impronta italiana, fanno italiana la vita del ricco e del povero : se il povero è straniero, lo costringono a riconoscere la superiorità civile della nazionalità a cui Trieste appartiene. Gli intelletti più alti e i cuori più saldi che Trieste ha nutriti hanno consacrato alla città tutta la loro passione e tutta la loro azione. Per essi le cariche cittadine furono nobilitate : dai loro seggi municipali orarono e operarono, consoli e tribuni nel tempo stesso. Così Francesco Hermet, così - fino alla sua morte ingiustamente immatura - Felice Venezian, di cui Silvio Benco ha scritto: « Spirito che portava in sè la città grande dei suoi tempi come il patrono effigiato nella cattedrale di San Giusto porta la rocca antica ». - 51 -