GERMANIA, AUSTRIA, SLAVIA Per un pezzo le aspirazioni dei tre gruppi furono diverse e contradittorie. Mentre i Serbi alimentavano il fuoco della nazione che non poteva esistere se non fuori dell’Austria e contro l’Austria, gli Sloveni e i Croati si affermavano come nazionalità austriache: prima austriaci che slavi. Il loro avvenire era tutto in Austria e per l’Austria: il loro programma era la conquista dello Stato, non la sua distruzione. Quando si montavano la testa - il che succede fra Slavi che sono anche meridionali - sognavano qualche cosa che avrebbe potuto definirsi un panaustroslavismo. Austro-slavi odiavano negli Italiani il popolo naturalmente nemico dell’Austria, l’avversario liberale d’occidente del sistema feudale e clericale dell’impero d’oriente, l’antitesi latina al germanesimo. In pratica poi — per ciò che riguarda la Venezia Giulia -gli Sloveni prementi su Trieste e Gorizia, agivano per impulsi meno trascendentali. Erano dei poveri contadini attratti a conquistare le città che non avevano. Lubiana, l’unico centro urbano di un popolo sloveno di oltre un milione di uomini sparsi per un territorio di 20000 chilometri quadri è appena oggi una città di 40000 abitanti. Ed è una città di tipo tedesco, dove la borghesia vive alla tedesca come a Graz, e considera Vienna e Berlino i centri della massima civiltà europea. La loro azione panslava è per lo meno inconsapevole. Gli Sloveni moralmente dipendono da Pietrogrado meno che da Berlino; se ci andassero, con la loro lingua slava non riuscirebbero a capire il russo più di noi ; un po’ meno, perchè ben pochi di loro sanno il francese. Gli Sloveni sono stati per un pezzo il prototipo del sottopopolo austriaco. Elementare e perciò colonizzabile secondo « l’idea di Stato », giovane, povero e cupido, quindi pioniere — 114 —